Proprietà del comune di Gruaro
Staules cum curte è unito a Vincaretum cum curte nella bolla di Lucio III del 13 dicembre 1182, che conferma la giurisdizione di questi luoghi all’abbazia di Sesto al Reghena. Il toponimo richiama la presenza di stalle per il ricovero di animali di una corte (dal latino stabulum=stalla). Le prime documentazioni riguardanti il mulino sull’isola fluviale del Lemene sono del 1432 quando è concesso l’uso di macine e sega a Leonardo e Paolo di Versiola. Nel 1522 le ville di Gruaro e Bagnara rilevano l’opificio con l’obbligo per gli abitanti di macinare le granaglie. Poi il 15 gennaio 1532 vengono ceduti i diritti alla famiglia cordovadese dei Ridolfi, a rimborso di un debito di 305 ducati, con livello di 10 lire e due capponi annui da versare all’abbazia. In quest’epoca si macinano grani, si segano legnami e vengono battute fibre vegetali di lino per filatura. Un contratto del 14 settembre 1583 rileva che Romano Pinos e Giovanni Ponta (in rappresentanza delle ville di Bagnara, Gruaro e Giai) affittano per sette anni l’opificio con annesse stalle, segheria, mole, macioli e la pescheria: un’intensa attività che nel 1656 fa vivere tra Venchiaredo e Stalis ben 50 persone.
Dal 1688 la proprietà del mulino passa ai portogruaresi Tasca, con i Brussolo come mugnai, che restano fino a metà ‘900: il primo mugnaio è Giacomo e l’ultimo Massimo detto Dino. Nel 1810 il catasto napoleonico registra l’aggregazione del mulino di Stalis al territorio di Gruaro, separandolo da Venchiaredo. Tra il 1810 e il 1839 viene poi edificato il mulino della riva sinistra, che funziona fino agli inizi degli anni ’70, mentre quello sull’isola viene dismesso nel 1960. Inizia così il degrado del sito, in particolare dell’edificio più antico, ridotto a cumulo di macerie.
All’inizio degli anni ’90, per interessamento del Circolo culturale Gino Bozza che acquista l’isola fluviale con l’antico immobile, il Comune di Gruaro avvia il progetto di riqualificazione. Grazie agli studi della facoltà di ingegneria dell’Università di Udine il recupero del mulino sull’isola è inserito nei programmi di finanziamento della Comunità europea e l’opera si completa nel 1998. Il restauro di quello nuovo è ultimato invece nel giugno 2000.
Nei pressi dei mulini, immerso nel verde della campagna gruarese, ma giuridicamente in territorio di Sesto al Reghena, sorge un piccolo borgo di impianto settecentesco, suggestivo aggregato rurale tipico. La località Stalis, attraversata dal Lemene, con l’antico mulino, è fonte di ispirazione delle “Confessioni di un italiano” di Ippolito Nievo e costituisce l’elemento terminale dell’itinerario “Gira-Lemene”.
È oggi polo di attrattiva turistica, un esempio architettonico ancora integro dell’arte molitoria e della sua importanza nei secoli. Aperture domenicali e visite guidate permettono di riscoprire l’importanza degli opifici idraulici.
Annualmente, dal 2001, si tiene la manifestazione “Stalis tra arte, storia e natura”, organizzata nella prima domenica di giugno dai comuni di Cordovado, Gruaro e Sesto al Reghena.