Comune di Cinto Caomaggiore – Proprietà della famiglia Lenardon
La località La Sega è posta all’estremo sud del comune e deve il nome all’opificio idraulico posto in comune di Cinto Caomaggiore, alla confluenza tra fiume Caomaggiore e nuovo Reghena, nei pressi della strada per Portogruaro, anticamente all’interno di enormi distese boschive. La prima notizia risale al 1435 con un atto di Stefano Calefario a favore del fratello Giovanni Martino da Bagnara per gestire la Sega di Giai con l’assenso dell’abate Savioli. Verso fine ‘400 il mulino, con tre ruote e sega, è acquisito dalla famiglia Licini di Portogruaro che poi lo implementa, ai primi del ‘500, dotandolo di otto ruote più sega. Nel 1545 subentra la famiglia Tasca e nel 1608 l’importanza produttiva è confermata dalla presenza di otto ruote da macina, la mola da guar e il maglio da mazolar lino. In quel tempo una parte del mulino è di proprietà del monastero di S. Lucia di Venezia.
Nel 1740 si contano “rode n.8 da macinar, una da sega, una da pilla, una da folo, una da guar” ed è gestito dalla famiglia Tasca, che possiede anche l’antico mulino di Stalis. Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’ Ottocento, per trent’anni, è la famiglia Perosa a condurlo in affitto; nella seconda metà dell’‘800 mugnai sono i Bidinost. Nel 1865 risultano in funzione sei ruote da macina, una per il riso, una per il battiferro, che sostituisce la sega e una per la trebbiatrice.
Interessante è il portale d’ingresso in pietra d’Istria, probabilmente proveniente da un antico edificio della zona. All’entrata del mulino c’è un bellissimo gelso secolare di quasi quattrocento anni. In passato le foglie di gelso venivano utilizzate per alimentare i bachi da seta, attività agricola complementare molto diffusa in queste zone.
Immersa nella campagna, a confine tra Cinto Caomaggiore, Gruaro e Portogruaro, si trova l’idrovora Tiepolo, nei pressi del punto in cui il canale Tiepolo si immette nel Reghena. La piccola ed elegante costruzione risale al 1930, inserita nel progetto di bonifica dell’ing. Dal Prà.
Dintorni
La SP 76, che attraversa la frazione Giai, è segnata dalla presenza di numerose fontanelle collocate lungo il tracciato, un tempo frequentemente usate dalla comunità. Il paesaggio rurale è caratterizzato dalla presenza di connotati tipici come quello straordinario di strada Ronci, che porta a Boldara, un suggestivo orizzonte di campagna veneta con fitta presenza di elementi vegetali arborei, disposti lungo il confine dei campi. Una risorsa di grande valore estetico che meriterebbe da sé una valorizzazione turistica di tutto rispetto. Il lemma Ronci deriva dal latino “runcare” (disboscare) e indica terreni strappati ai luoghi boschivi, recuperati alla coltivazione o al pascolo. Molto del patrimonio residenziale di Giai si è conservato e le antiche case segnano tuttora la località. Tra queste ultime c’è la villa padronale denominata Casa Zulian, di proprietà privata, in via IV novembre, edificata nel corso del XVII secolo dalla nobile famiglia Soardi, la cui facciata evidenzia più stili architettonici. Sono tuttora presenti lo stemma familiare, tracce di pittura a scacchiera con quadrati rosa e gialli e il tracciato di un ampio arco, un’antica apertura ora murata.
Sempre in via IV novembre si trova Villa Ronzani, un bell’esempio di architettura padronale settecentesca. Il palazzo dominicale esiste certamente almeno dal documento del 3 novembre 1792, quando Marco e Lorenzo Bortolussi, figli di Giacomo di Giai, costituiscono una pensione livellaria sulla terra del conte Niccolò Sbrojavacca, chiamata Filla. Questa famiglia comitale possiede numerose proprietà fondiarie in paese già dal XV secolo, poi estese nel ‘600, quando acquista altri beni dalla Serenissima durante la guerra di Candia.
Di grande valore storico, presenta pianta rettangolare e facciata simmetrica rispetto all’ingresso centrale. Un grande timpano, posto in sommità, corona l’edificio. L’ampio parco, posto alle spalle della villa, si estende per circa 5000 mq. e conta la presenza di specie arboree autoctone di recente piantumazione. Oggi ospita la biblioteca comunale e l’accesso è vincolato per lo più all’orario di apertura della stessa.