Comune di Sesto al Reghena
Luogo richiamato nel romanzo “Le confessioni di un italiano” di Ippolito Nievo. L’acqua che zampilla dalla fonte di Venchieredo ispira la fantasia di Nievo, che trascorre periodi di vacanza a Cordovado, ospite della famiglia Freschi in castello e nella casa di Teglio dello zio materno Augusto Marin.
Il toponimo Venchiaredo deriva dal latino “vincus” e indica un ambito con vegetazione di salici, nello specifico una vasta depressione con falde affioranti. Il riferimento storico più antico è l’atto di donazione dell’abbazia di Sesto (762), dove si rilevano i diversi possedimenti, tra i quali le “casas in Vincaretum”. La bolla di Lucio III del 13 dicembre 1182 conferma la giurisdizione di Sesto anche su Vincaretum cum curte, entità rurale autonoma. Il primo documento associabile alla fontana è dell’abate Pietro con la confisca di beni dei signori di Versiola: la riunione si tiene il 12 giugno 1252 “apud fontana Cordovadi”.