Un suggestivo percorso si snoda collegando i segni della religiosità popolare costituiti dai capitelli sacri, sparsi nella campagna al confine tra Veneto e Friuli. È fruibile tranquillamente in bicicletta, incrociando Romea Strata, Giralemene, Strada dei miracoli.
Si parte dalla chiesa di S. Maria di Portovecchio (A). Subito dopo, in via Frassinedo, sulla riva destra del Lemene, in direzione di Gruaro, sorge il tabernacolo di S. Marco evangelista (1). Si prosegue, quindi, verso via Portogruaro dove si trovano le chiesette di S. Elisabetta e S. Angelo. Da quest’ultima si prende via Marconi e, all’incrocio del municipio, si svolta a sinistra verso Portogruaro. Poco prima del centro di Giai, in via IV Novembre, all’incrocio con via Abbazia, sulla sinistra c’è il tabernacolo di S. Urbano. [Molto interessante è la variante che porta a Giai da via Marconi, svoltando a sinistra in via Fontana, fino a Borgo Ronci, e, quindi su via Piancada, uscendo in via Ronci. Svoltando a destra alla fine di quest’ultima si raggiunge il tabernacolo].
Di fronte al capitello c’è via Abbazia, dove si prosegue per circa 1500 metri e, subito dopo il cartello di Sesto al Reghena, si svolta a sinistra su una stradina (via delle Buse), al termine della quale (circa 1 km.) si raggiunge Mure, di fronte all’oratorio di S. Marco (2). [In alternativa si può percorrere tutta via Abbazia e all’incrocio svoltare a sinistra verso Cinto Caomaggiore]. Dall’ oratorio si continua verso Cinto e, poco prima del sottopasso autostradale, a destra c’è la chiesetta del Cristo del SS. Crocefisso (3). Si inverte la marcia, in direzione di Sesto. Giunti alla rotonda si svolta in via Levada, fino all’incrocio dove si prende via Piave; si raggiunge Versiola dove c’è la chiesetta della Visitazione (4). [In alternativa, rientrando verso Sesto si può svoltare a destra in via Giai e, subito dopo, a sinistra in via Fraticelle, che si percorre tutta, uscendo in via Levada, all’incrocio con via Piave].
Dal centro di Versiola si prosegue per circa 200 metri, svoltando a destra in via S. Pietro, e si raggiunge la chiesetta di S. Pietro. Si esce, quindi, in via Borgo di sotto (strada Bagnarola-Bagnara) attraversandola in direzione mulini di Stalis e, dopo 200 metri dall’incrocio, si svolta a destra dove inizia il percorso Giralemene. Si continua fino a Bagnara, prendendo via Pisana, e, all’incrocio tra via Bagnarola e via Sesto si trova l’oratorio dell’Addolorata. [All’uscita da S. Pietro si può raggiungere Bagnara, svoltando a destra in via Borgo di sotto].
Nel centro di Bagnara, alla rotonda, si prende via Bagnara e, all’incrocio con via Cimitero, c’è il tabernacolo di S. Liberale. Si prosegue in direzione Boldara, dove, superato il mulino, si svolta a sinistra sulla strada Portogruaro-Gemona n.463; subito dopo, a destra, sorge la chiesetta di S. Antonio di Padova (5). Continuando si raggiunge il centro di Cintello dove si trova la chiesa di S. Giovanni (B).
- All’interno c’è un affresco del santo con il leone della Serenissima, opera dell’artista locale Michelin.
- Sorge nel ‘600 a opera degli abitanti del luogo. Sulla parete di fondo c’è un affresco di Madonna in trono con bambino e angeli tra S. Marco e S. Nicola, in alto l’Eterno Padre, opera di Cataldo Ferrara (1591-1673 ca). Sul retro un affresco coevo (rovinato) di S. Barbara che spegne il fuoco.
- Piccolo gioiello del ‘600, probabilmente ampliato nel ‘700 con l’aggiunta del portico con due finestre laterali. All’interno è affrescato con l’Addolorata, S. Francesco d’Assisi, S. Antonio di Padova e la Flagellazione di Gesù.
- Era in origine dedicata a SS. Bernardino e Daniele, poi dal ‘700 alla Visitazione. Notevole la pala d’altare, un olio del XVI secolo restaurato nel 1973, con S.Bernardino da Siena a sinistra e il profeta Daniele a destra; in alto la scena molto originale della Visitazione (nel racconto biblico non si accenna alla presenza di Zaccaria e Giuseppe, quest’ultimo peraltro senza aureola, né risulta così evidente lo stato di gravidanza di Maria).
- La prima citazione risale ai primi del ‘500. Dedicata dapprima a S. Urbano, era mèta della processione annuale del 25 maggio (S. Urbano) con benedizione degli animali. Ciò spiega la venerazione successiva nell’oratorio di S. Antonio abate. Solo nel Novecento la dedicazione passa a S. Antonio di Padova. L’edificio viene rimaneggiato nel ‘700, ampliato nel 1921, poi di nuovo restaurato in epoca recente (2006).
(A) Portovecchio – Chiesa S. Maria Della Purificazione
La villa, soggetta ai vescovi di Concordia, è menzionata nel diploma dell’imperatore Ottone III al vescovo Benno o Bennone nel 996. La pieve di S. Maria è ricordata nella bolla di Urbano III, ma il paese «con molta probabilità, fu arso e distrutto dalle armi di Ezzelino verso il 1246». Ridotta a filiale di S. Giorgio di Teglio, solo nel 1583, con decreto del vescovo Pietro Querini, è ricostituita in parrocchia. Nel 1191 il patriarca di Aquileia assegna i redditi al Capitolo di Concordia, che acquisisce il diritto di nomina del parroco. Tale diritto passa poi ai capifamiglia, quindi nel 1864 al consiglio comunale di Portogruaro, che nel 1952 vi rinuncia, trasformando la chiesa in arcipretale. Il tempio viene consacrato nel 1582. Si conserva la pala dell’altar maggiore, dipinta dal sanvitese Agostino Pantaleoni (1740-1817). Gli affreschi raffigurano scene di vita della Vergine (XVI secolo).
(B) Cintello – Chiesa S. Giovanni Battista
Anche se attestata alla metà del Trecento, recenti indagini hanno individuato una parte primitiva del XI-XII secolo. L’aula originaria ha subito vari rimaneggiamenti: innalzamento prima del ‘600, allungamento a fine ‘800 e aggiunta dei “coretti” laterali nel 1966-70. Interessanti i lacerti di affreschi romanici (fine XII-inizio XIII secolo), tra i più antichi della diocesi. Sono leggibili le rappresentazioni del cosiddetto Seno di Abramo (i patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe che accolgono in grembo le anime), la parte superiore di un S. Cristoforo e il Bacio di Giuda. L’altare maggiore è intitolato a S. Giovanni Battista (paliotto marmoreo secentesco, tabernacolo del XVIII secolo), i laterali sono dedicati a S. Valentino (invocato per il “mal caduco”, culto attestato a Cintello dal XVI secolo) con tela di anonimo ottocentesco, e all’Annunciazione con pala del portogruarese Sante Conti (1866). Sono presenti un battistero in pietra del 1612, un trittico ligneo del XVI secolo (SS. Giovanni Battista, Rocco e Sebastiano), un mosaico della scuola di Spilimbergo con Devozione di S. Giovanni Battista(1968) e il simulacro ligneo dell’Immacolata dello scultore Giuseppe Scalambrin (1954). Il campanile neoromanico è del 1913.
Itinerario alternativo dal capitello S. Urbano di Giai alla chiesetta della Visitazione di Versiola
Oltre ai percorsi già descritti, dal capitello di Giai si può raggiungere la chie- setta di Versiola, prendendo via Pascoli, che porta al Lago Azzurro e continua- re oltre quest’ultimo sulla stradella sterrata che costeggia l’autostrada fino a Mure. All’uscita, sulla sinistra a circa 200 mt, si trova la chiesetta del Cristo Crocefisso. Ritornando, poi, verso Sesto, all’altezza dell’oratorio di S. Marco, si svolta a destra in Via delle Buse percorrendola fino in fondo, quando incrocia Via dell’Abbazia. Si svolta a sinistra e, dopo circa 800 mt., si prende a destra via Fraticelle. Nel centro della località (Comune di Sesto) c’è l’oratorio di S. Giuseppe, che risale al 1930 e conserva la statua lignea del santo con bambino, di scuola gardesana, e il ciclo pittorico sulla vita di S. Giuseppe del bagnarese Alfredo Pellegrin (anni ’90 del secolo scorso). Durante l’annuale festa di marzo si celebra ancora la S. Messa. Uscendo in via Levada, all’incrocio, si prende via Piave e si raggiunge Versiola.